Arco Compound

Arco Compound

Arco Compound

Quest'arco composito, che sfrutta l'elementare principio della leva, e per il quale sono stati creati numerosi accessori per esaltarne le prestazioni ed ampliarne le possibilità, si sta imponendo con prepotenza nel mondo arcieristico.
Una delle sue qualità, quella di consentire una riduzione consistente dello sforzo, sembrerebbe contrastare con la convinzione, suggerita dal mito di Ulisse, che un buon arciere deve possedere molta forza.
Per la verità, non si può affermare che richiede minor forza fisica, la riduzione del suo libbraggio avviene gradualmente, mentre viene teso e raggiunge il suo minimo quando l'arciere è in ancoraggio.
Pertanto, se l'arco richiede 50 libbre, all'inizio della trazione queste libbre ci sono tutte e si ridurranno al 50%(in certi modelli anche di più) in completa estensione; esattamente il contrario di quanto avviene con gli altri archi che richiedono tanta più forza, quanto più vengono tesi.
Questa qualità del compound si rivela utilissima: il momento più critico per il tiratore è quello che precede il rilascio della corda, in quanto richiede la sua massima coordinazione; la collimazione con il bersaglio, il controllo dell'assetto dell'attrezzo e della propria corretta posizione sono sempre resi difficili e condizionati dallo sforzo.
Con il compound questo disagio viene eliminato, l'arciere si oppone ad una modesta forza e può, con calma e per tutto il tempo che ritiene necessario, svolgere la sua azione.
Naturalmente queste nuove possibilità hanno originato nuovi modi di tirare,nuove tecniche; un'azione che prevede uno stop precedente al rilascio sarebbe impensabile per quella tecnica che si basa sulla dinamicità e che è adottata per l'uso degli altri archi.
Per chiarire meglio questo argomento occorre fare alcune precisazioni sui diversi modi e criteri con i quali viene impiegato il compound.
Può essere impiegato come l'arco nudo, senza accessori, offrendo solo il vantaggio della graduale riduzione dello sforzo. Può sostituire l'arco smontabile impiegato nello stile libero, con gli stessi accessori.
Può infine, completamente accessoriato, avere quella che è da ritenersi la sua precisa destinazione, e che viene riconosciuta nello stile libero illimitato.
Il più importante contributo, nel campo degli accessori, è dato dallo sgancio meccanico; a differenza del rilascio manuale, nel quale l'ingerenza delle dita, che non sono certamente in grado di staccarsi dalla corda prima che essa inizi il suo movimento, origina una deviazione laterale, con lo sgancio meccanico non si crea nessun ostacolo.
Questo fatto consente di trasmettere alla freccia una spinta lineare, eliminando molti problemi legati alla sua flessibilità; con l'uso dello sgancio meccanico è possibile ottenere un buon volo anche con differenti modelli di aste e, impiegandone di particolarmente leggere, rendere la traiettoria molto più tesa.
Per consentire una maggior precisione di mira, nella corda del compound all'altezza dell'occhio dominante, è possibile inserire un piccolo dischetto, con un foro al centro, la visette.
Traguardandola con il mirino e collimando il tutto con il bersaglio si ottengono delle rosate molto concentrate, specialmente se, in luogo della normale diottra, sul mirino sarà applicata la lente con livella che permette una visione ingrandita ed il controllo della verticalità dell'attrezzo.
Nel compound il punto di maggiore libbraggio è chiamato "picco", quello più basso "valle",oltre questa il"muro", che blocca la trazione; nella valle deve avvenire lo sgancio e, pur essendo essa di un'ampiezza notevole, per assicurare un allungo molto preciso viene applicato il ferma-cavi che, regolato opportunamente, blocca la trazione della corda nel punto desiderato per lo sgancio, ed equivale al misuratore di allungo dello stile libero.
Tutti i compound sono a potenza variabile, con incrementi di 15-20 libbre, le variazioni si ottengono agendo su fori per chiavi a brugola, sistemati all'attacco dei flettenti; questi archi devono essere predisposti per i diversi allunghi, operando sugli eccentrici mediante una diversa collocazione dei cavi (in qualche modello, l'operazione consiste semplicemente nello spostamento di una vite).
In luogo degli eccentrici, in alcuni modelli particolarmente indicati per la caccia, vengono montate cammes, che accentuano la velocità di chiusura rendendo maggior potenza.
Nel tiro al bersaglio il compound viene generalmente accessoriato con un semplice stabilizzatore con pesi, di lunghezza attorno ai 35 pollici; per la caccia, con uno corto, già di peso appropriato.
Oltre al distanziatore dei cavi, che evita l'impatto della corda sugli stessi, può venire impiegato anche un dispositivo che, arretrando l'appoggia freccia, consente di scoccare frecce più corte, ottenendo un incremento della loro gittata.
Dalle varie possibilità offerte tanto dal compound, quanto dai dispositivi illustrati, risulterà evidente che la tecnica di tiro sarà condizionata dalle caratteristiche del modello scelto.
Valendosi del solo vantaggio offerto dalla progressiva riduzione di sforzo, l'azione dinamica rimane alla base del gesto tecnico; bisogna però far notare che un libbraggio troppo debole non è la condizione migliore per un rilascio manuale eseguito con decisione.
La modesta opposizione della corda pregiudica un'azione senza incertezze e può ingenerare la convinzione, errata, che mirando più a lungo il tiro sarà più preciso.
Anche per l'uso del compound completo degli accessori descritti esistono diverse tecniche, tutte arricchite da accorgimenti personali.
Ferma restando la necessità di bloccare la trazione nel momento della collimazione con il bersaglio, abbastanza laboriosa dovendo ricercarlo mediante una lente attraverso la visette e controllare l'assetto dell'arco con la livella, si possono descrivere almeno due criteri da adottare.
Il primo consiste nel rilassare i muscoli nel momento del tiro, immobilizzando tutto il corpo, con l'eccezione del dito sul comando dello sgancio, che agirà con molta delicatezza.
L'altro modo prevede, nel momento sopra descritto, una decisa opposizione, l'arciere continua a tendere anche se, causa il ferma cavi o il muro dell'arco, la trazione è bloccata e quando ritiene di essere pronto preme decisamente il comando di sgancio; con questa tecnica la mano della corda, anche se non nella stessa misura dell'azione dinamica dello stile libero, continuerà il suo gesto verso la spalla.
Per quanto concerne il contributo dei muscoli delle spalle e della schiena, determinante anche per il compound, il loro coinvolgimento risulta addirittura facilitato dall'uso di questo attrezzo.